La carta prepagata che non chiede niente parla spagnolo: è Bitsa Card. Emessa dalla madrilena PecunPay (Pecunia Cards Ede Slu), realtà di denaro elettronico, si tratta di un prodotto con diverse peculiarità. La formula è inquadrabile nel regno delle carte prepagate ricaricabili non nominative e il circuito di pagamento internazionale è il solido Visa. Può essere una carta fisica o digitale e in entrambe le versioni sorprende. Ecco perché.
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Senza limiti ma non chiede niente
Sembra un paradosso, ma la Bitsa Card assicura il vantaggio di un plafond illimitato senza però richiedere al titolare di avere per forza un conto corrente. E nemmeno conduce accertamenti o indagini sul merito creditizio dell’aspirante possessore. Il solo requisito per ottenere l’emissione di una Bitsa Card è l’apertura di un conto elettronico ma senza Iban bancario. La carta verrà associata ad esso e così diverrà totalmente gestibile tramite la sua app dedicata, in perfetta autonomia, sia con sistemi operativi iOs che Android.
Per grandi e ragazzi
In Spagna il numero di carte fisiche e virtuali che ogni titolare può richiedere e ottenere è a maglie larghe (4+4). Le Alpi mettono un freno, così che in Italia per adesso è possibile avere una sola carta virtuale e fisica per ogni persona e account. Il che, però, dato il plafond illimitato non appare un grave ostacolo. Chi ha figli dai 14 anni in su può invece chiedere per loro la versione Young, pensata specificamente per i minorenni ma solo se il genitore è titolare di una Bitsa Card.
Quale operatività?
L’operatività della Bitsa Card riconduce il prodotto in perimetri più tradizionali. Con la Bitsa Card si possono infatti fare acquisti online o nei negozi tradizionali, tenendo conto che la carta è dotata di tecnologia contactless. Questo consente di pagare semplicemente avvicinando la carta al POS (acronimo di Point of sale) e senza nemmeno dover digitare il PIN (il codice personale abbinato alla carta) in caso di transazioni di importo fino a 20 euro. Se lo shopping è via internet, invece, le operazioni sono protette dal sistema 3D Secure Code. Si tratta di una serie numerica da inserire dopo il passaggio alla cassa virtuale dello store online e che il titolare riceve direttamente via sms sul suo telefono. L’esercente non la vede, cambia di volta in volta e solo una volta inserita l’acquisto viene autorizzato. Si possono poi effettuare prelievi dagli sportelli automatici abilitati ATM, disporre bonifici semplicemente tramite app e trasferire denaro istantaneamente tra diverse carte Bitsa grazie al sistema BitsaPay.
Ricarica e costi
Passo passo, ecco i passaggi che scandiscono il rapporto con la Bitsa Card. Si parte dall’emissione: la carta virtuale è gratuita, mentre quella plastificata implica un costo di 19,5 euro. A quel punto va ricaricata. Serve la app. Inderogabilmente. Una volta scaricata e installata sul telefonino, associata la ID del titolare e della carta, a quel punto la Bitsa Card si rimpingua in tanti modi: da un’altra carta di credito, con bonifico, con dei voucher specifici e anche in criptovalute. Da lì in poi, via all’utilizzo della carta. I bonifici SEPA sono gratuiti, così come i trasferimenti di soldi tra più carte Bitsa col sistema BitsaPay. Nessuna commissione grava sugli acquisti in euro, mentre se si opera in altra divisa si è soggetti a maggiorazioni sul tasso di cambio Visa differenti se si è in zona SEPA (Single Euro Payments Area, maggiorazione 1,15%) o extra SEPA (maggiorazione dell’1,5%). Anche il prelievo presso gli sportelli ATM associati a Bitsa sono gratuiti, con tetti massimi di 1.500 euro al giorno mentre quello mensile varia: 5mila euro in zona SEPA, 2.500 fuori.